Il grado zero dell’uomo. L’omologazione del pensiero nella società tecnologica avanzata del XXI secolo

18.00

In una ideale scala graduata da zero a dieci, l’umanità, specialmente occidentale, è, oggi, vicina al grado zero. L’uomo non è più il consumatore in senso classico, ma sono le cose a usare lui: la macchina (intesa come tecnologia applicata e come, già negli Anni Cinquanta del Novecento, profetizzavano i romanzi ‘distopici’ Il mondo nuovo di Huxley, 1984 di Orwell e Fahrenheit 451 di Bradbury) ha superato l’uomo, che di essa è diventato protesi. Tanto che, ormai, se qualcuno non ha con sé lo smartphone, o lo perde, o ha la batteria scarica o risulta irraggiungibile (perché lì ‘non prende’) o viene separato da esso anche solo per qualche ora, può andare incontro a una forma particolare d’ansia da ‘privazione’, per la quale è stato necessario ‘inventare’ una malattia nuova, la nomofobia (termine coniato da –fobia più un suffisso inglese, abbreviazione di no-mobile), la malattia del ‘grado zero’ dell’uomo. Di fronte a questo fenomeno, è facile comprendere che, a questo punto, il tempo residuo per intervenire, a monte, con politiche scolastiche, sociali e familiari, serie e rigorose, non è più molto. Solo la cultura, personalmente coltivata e acquisita, può ancora salvare la nostra intelligenza e la nostra autonomia di giudizio.

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Peso 0.150 kg
Dimensioni 16 × 24 cm